4 maggio 2019
Collezione di Geologia "Museo Giovanni Capellini", via Zamboni 63, Bologna
Dalle 16:00 alle 18:00
Sono trascorsi 500 anni dalla morte di Leonardo, l’icona universale della genialità totale, dell’umanità “a immagine e somiglianza di Dio”, della creatività, dell’arte sposa alla scienza.
Il suo nome non è mai tramontato, e ogni nuova scienza che nasce trova in lui la fonte prima.
Da inizi Ottocento ciò vale anche per la geologia, il cui nome è nato dalla penna di Ulisse Aldrovandi quasi un secolo dopo la morte di Leonardo.
Molto prima di Steno, nel primo Rinascimento Leonardo aveva già scritto di strati, della loro orizzontalità iniziale, continuità iniziale, sovrapposizione, inclinazione e conseguente discordanza angolare. Più di Steno, Leonardo aveva illustrato le pieghe e le faglie degli strati in profili geologici e in dipinti indimenticabili.
Nei suoi scritti, in grafia speculare mancina, di Bologna si ricorda solo il terremoto del 1505. Ma Leonardo parla, schizza e dipinge per esteso di Imola, della Val di Lamona, del porto di Cesenatico, della Romagna toscana, luogo privilegiato dei suoi servizi al Duca Valentino, Cesare Borgia, e delle sue escursioni a cavallo attraverso l’Appennino Tosco Romagnolo.
Di questo si parlerà, sottolineando i riflessi geologici in alcuni dei suoi celebri quadri (come la S. Anna del Louvre, il Battesimo degli Uffizi, e il Tobia della National Gallery di Londra) e delle sue non meno strabilianti carte geomorfologiche zenitali e a volo d’uccello (come la Mappa di Imola e la Carta fisica di Toscana, Emilia e Romagna).
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
La conferenza di Gian Battista Vai è inserita nel programma della XVI° stagione del ciclo "Il Sabato del Capellini", e sarà preceduta da una visita guidata alla Collezione di Geologia alle ore 15.00.