12 gennaio 2019
Collezione di Geologia "Museo Giovanni Capellini", via Zamboni 63, Bologna
Dalle 16:00 alle 18:00
Il 70% circa della sismicità italiana si origina in Appennino, ma ciò non significa che le città non appenniniche siano “al riparo” dai terremoti. Al contrario, la storia documenta che severi scenari di danno hanno interessato in passato anche città, oggi popolose, ubicate in aree collinari o di pianura, che custodiscono preziosi tesori d’arte e architetture di pregio.
Il rapporto fra città d’arte e terremoti non è tranquillizzante: di questi luoghi, oggi importanti centri di turismo internazionale, la storia mostra forti e attendibili indicatori di pericolosità sismica, un carattere che attiene alla geologia locale, quindi stabile nel lungo periodo. Ciò significa che in futuro accadranno altri terremoti. In tali città il rischio sismico è particolarmente elevato perché effetti anche modesti o moderati (VI e VII grado MCS) possono causare gravi ripercussioni in edifici monumentali e musei, quindi incidere negativamente nella conservazione dei nostri beni culturali e nell’economia turistica locale.
I casi di studio sono presentati nel contesto complessivo della sismicità italiana e delle città a rischio, e riguardano i principali scenari sismici di Bologna, Firenze e Venezia. Le ricerche di sismologia storica si basano su documentazione coeva, che attesta la tipologia dei danni sismici subiti nel tempo: sono testimonianze preziose per conoscere la risposta ai terremoti non solo dell’area urbana complessiva, ma anche di singoli edifici monumentali.
La conferenza di Emanuela Guidoboni (INGV e EEDIS- Centro di documentazione Eventi Estremi e Disastri), è inserita nel programma della XVI° stagione del ciclo "Il Sabato del Capellini", e sarà preceduta da una visita guidata alla Collezione di Geologia alle ore 15.00.