LA CROCE LITICA DI SAN GIOVANNI IN MONTE E ALTRE CROCI A BOLOGNA

La croce è un simbolo presente in molte religioni e in molte culture a partire dalla preistoria. Per secoli fu strumento di supplizio e di morte; con la crocifissione di Gesù, la Croce è divenuta il simbolo della Resurrezione e della Vita Eterna, emblema supremo della bimillenaria religione cristiana: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo” [Luca 14, 27]. Quando la nuova religione si affermò [AD 313] la Croce iniziò a sostituire gli antichi simboli pagani ai trivi e quadrivi delle strade romane e i primi cristiani iniziarono a incidere delle croci sulle pietre confinarie e a considerare il segno della Croce, specie se fatto con l’acqua benedetta, il primo atto e oggetto (sacramentale) per scacciare i demoni, e difendersi dai pericoli. Anche i veneratissimi alberi sacri, luoghi epifanici per eccellenza, dovettero cedere il posto alle Maestà o Madonne arboree: ben note nel bolognese sono la Madonna del Piratello, della Quercia, della Rovere, dell’Olmo, del Faggio, dell’Acero, della Querciola, della Pioppa, del Melo, del Frassino, dell’Edera, del Pruno e via dicendo. Il passaggio dal paganesimo al Cristianesimo ha comportato sì un radicale cambiamento sul piano etico, dottrinale e teologico ma sul piano storico e culturale la nuova religione, si è adattata a un rituale che affondava le sue radici nelle tradizioni dei millenni precedenti.

La conferenza di Marco Del Monte, è inserita nel programma della XVI° stagione del ciclo "Il Sabato del Capellini", e sarà preceduta da una visita guidata alle collezioni alle ore 15.00.