20 maggio 2024
Collezione di Mineralogia "Museo Luigi Bombicci", piazza di Porta San Donato 1, Bologna
Dalle 15:00 alle 16:30
AVVISO: LA CONFERENZA È STATA ANNULLATA A CAUSA DI SOPRAGGIUNTA INDISPONIBILITÀ DEL RELATORE.
CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO.
Il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali e la Collezione di Mineralogia "Museo Luigi Bombicci" - Sistema Museale di Ateneo, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, presentano una conferenza dedicata alle eruzioni storiche dell'Etna e agli impatti sul territorio e la popolazione, a cura del dott. Stefano Branca, Direttore Osservatorio Etneo - INGV Catania.
Il Monte Etna è un tipico stratovulcano di natura basaltica caratterizzato da una quasi continua attività eruttiva che interessa di frequente i crateri sommitali, attraverso eruzioni sia esplosive che effusive, e in maniera occasionale da eruzioni laterali, prevalentemente effusive, generate dall’intrusione del magma lungo i fianchi del vulcano anche a bassa quota.
Il rapporto documentato fra il vulcano e l’uomo è caratterizzato da una storia plurimillenaria che inizia con la fondazione nel 734 a.C. della colonia Calcidese di Naxos nel promontorio lavico di Capo Schisò nei pressi della foce del Fiume Alcantara. A partire dal Basso Medioevo, periodo in cui si incominciò a strutturare il reticolo urbano con lo sviluppo dei numerosi centri abitati del versante orientale, l’eruzione del 1669 rappresenta l’evento che ha causato il maggior numero di danni alle aree coltivate e al tessuto urbano nella regione etnea, in cui furono eruttati in quattro mesi circa 600 milioni di m3 di lava con un’estensione areale di circa 40 km2 e una lunghezza di 17 km. Dal punto di vista storico l’eruzione del 1669 è stato l’evento che più di ogni altro ha condizionato la storia urbanistica del versante meridionale dell’Etna, in quanto modificando radicalmente l’assetto del territorio, ha condizionato lo sviluppo dei centri abitati nei secoli successivi influendo anche sulle attività produttive ed economiche. In seguito, durante gli ultimi 350 anni, l'eruzione del 1928 costituisce l'unico evento eruttivo che ha causato la distruzione di un centro abitato dell'Etna, la cittadina di Mascali che era localizzata nel basso versante nord-orientale.
Le eruzioni laterali del 1669 e del 1928 costituiscono eventi unici nella storia dell’Etna, non solo per gli aspetti vulcanologici, ma anche per le conseguenze sociali, economiche e urbanistiche da esse determinate.
Ricordare la drammatica vicenda legata all’eruzione del 1669 non solo da un punto di vista strettamente vulcanologico è un esercizio doveroso e fondamentale della nostra memoria collettiva utile per contrastare l’oblio dei fenomeni naturali che impattano violentemente su un territorio. Cosa abbiamo imparato da eventi come quello del 1669 o più recentemente da quello del 1928 che distrusse il paese di Mascali? Qual è stata nel tempo la consapevolezza e la conoscenza sui rischi naturali del territorio etneo? La risposta è semplice ed è legata alla recente storia dell’espansione urbanistica incontrollata avvenuta a partire dalla seconda metà del XX secolo, realizzata senza il rispetto della memoria di uno dei vulcani più attivi del mondo.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.