6 febbraio 2016
Museo Geologico "Giovanni Capellini", via Zamboni 63, Bologna
Dalle 16:30 alle 18:00
Aggrapparsi alla previsione impossibile di un evento estremo, o alla presunta imprevedibilità di un disastro, può solo condurre a un immobilismo sterile quanto colpevole. Come trattano la previsione i geologi, i geofisici, i sismologi, i meteorologi? Cosa ne pensano i filosofi, gli storici, gli antropologi? Come si raccordano i saperi scientifici con la cultura diffusa del Paese, per lo più estranea ai temi del rischio e quasi rassegnata al fatalismo?
18 studiosi del settore scientifico e umanistico si confrontano qui per la prima volta, chiarendo metodi e risultati e scambiando riflessioni su un tema cruciale per il Paese.
Per affrontare il futuro è necessario che la prevenzione non sia più una gigantesca utopia: per questo occorre ripartire dalla conoscenza, dai problemi e dai limiti della ricerca, ma anche dalle sue conquiste, assegnando alla parola prevedibilità un significato corretto e facendo della responsabilità il punto di partenza che può gestire anche l’incertezza.
Per la presentazione del libro si terrà una tavola rotonda con alcuni curatori e autori: Emanuela Guidoboni, Francesco Mulargia, Matteo Berti, Beatrice Branchesi, Paolo Gasperini.
Introduce: Gian Battista Vai, autore e direttore del Museo Geologico "Giovanni Capellini"