Il materiale raccolto è esposto al pubblico in armadi a vista nei corridoi principali del Dipartimento di Chimica, la maggior parte al piano terreno. A partire dall'anno 1990 è stata allestita una serie di zone espositive, collegate in un percorso logico, che si snoda dall'atrio al secondo piano e che rievoca, con l'aiuto di arredi d'epoca, l'atmosfera dei laboratori chimici dei primi del '900.
L'inizio del percorso, nell’atrio del dipartimento, è contrassegnato dalla ricomposizione di una zona con arredi tradizionalmente considerati appartenenti allo studio di Giacomo Ciamician e prosegue nei corridoi del piano terra con una serie di armadi contenenti strumentazione scientifica e didattica. In bacheche collocate al primo piano sono esposti vari testi antichi appartenenti all’archivio della biblioteca del dipartimento. Infine, al secondo piano, si può vedere una cappa da laboratorio in legno, unica testimonianza rimasta degli arredi originali in stile liberty dei laboratori dell’Istituto (anni ’20 del secolo scorso) e numerose apparecchiature risalenti a fine ’800 - inizio ’900.
La collezione esposta negli armadi raccoglie apparecchiature scientifiche, vetreria da laboratorio, campioni di prodotti chimici d'interesse storico, comprendendo anche esemplari risalenti alla seconda metà dell’800.
Fra le apparecchiature scientifiche a scopo di ricerca sono da segnalare: i forni a combustione usati da Giacomo Ciamician e collaboratori per l’analisi elementare di sostanze organiche; uno dei primi modelli commerciali di spettroscopio Raman, acquistato agli inizi degli anni ’30 del secolo scorso da Giovan Battista Bonino (1899-1985), che operò nel Dipartimento di Chimica dal 1927 al 1959 e che per primo introdusse questa tecnica spettroscopica in Italia; uno dei primi polarografi (strumento per registrare curve corrente-potenziale con elettrodo a goccia di mercurio), risalente alla fine degli anni trenta del ’900. Identico al prototipo originale di Jaroslav Heyrowsky (1890-1967, premio Nobel per la chimica nel 1959), il polarografo rappresenta una testimonianza della scuola di elettrochimica, fondata dall’allievo di Heyrowsky Giovanni Semerano (1907-2003), prosperata a Bologna a partire dagli anni Sessanta. Non meno importanti sono i vari spettroscopi, i polarimetri, il fotometro di Pulfrich (antenato del moderno spettrofotometro) e le numerose bilance.
Fra le apparecchiature scientifiche per uso didattico spicca l’ampia collezione di tubi a raggi catodici, databili intorno agli anni 1920-1940, che sottolinea il valore scientifico-didattico che questi dispositivi hanno avuto nel dimostrare molte proprietà di particelle elementari.
Tra la vetreria da laboratorio sono presenti numerose storte dell’Ottocento e molti pezzi di vetreria usati per la distillazione semplice, frazionata e in corrente di vapore, risalenti al Novecento.
In un armadio al piano terra sono conservati molti prodotti chimici di produzione industriale, usati per la ricerca, nelle confezioni originali databili tra metà Ottocento e metà Novecento, nonché una ricca collezione di sostanze chimiche sintetizzate nei laboratori di chimica organica e inorganica prima della seconda guerra mondiale.
La durata media di una visita alla collezione è di circa un'ora e mezza.
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