La Collezione di Mineralogia “Museo Luigi Bombicci” espone una delle più ricche raccolte di ambra esistenti in Italia.
Il disco forato di 105x23 mm (foto 1) fa parte di una decina di monili in ambra baltica ritrovati in sepolcreti villanoviani ed etruschi e affidati nel 1862 a Luigi Bombicci (1833-1903). Egli, inoltre, incrementò la raccolta con ambre di età oligo-miocenica (oligocene 33,9-23,03 milioni di anni; miocene 23,3-5,3 milioni di anni) del territorio emiliano e romagnolo; le ambre inglobate in arenaria ricca di frustoli carboniosi (piccoli frammenti di materiale vegetale trasformati in carbone fossile), provenienti da Loiano, Bologna (foto 2) e da San Clemente sul Sillaro, Bologna (foto 3), ne sono esempio.
Nel 1890 si ebbe l’acquisizione dell’imponente collezione di ambre provenienti dalle formazioni oligo-mioceniche erose dal fiume Simeto a sud di Catania. Queste ambre dette simetiti, particolarmente limpide e ricche di gamme cromatiche, venivano utilizzate in gioielleria e artigianato artistico; la collana lunga 77 cm (foto 4), rappresenta un campionario di queste ambre.
Le simetiti sono inoltre importanti da un punto di vista scientifico in quanto ricche di insetti fossili inclusi. Carlo Emery (1848-1925) ebbe da Luigi Bombicci l’autorizzazione per intraprendere lo studio di questi fossili ed identificò 64 insetti comprendenti imenotteri, ditteri ed alcuni artropodi, molti dei quali rappresentano l’olotipo, ovvero l'esemplare su cui si basa la descrizione originale di una specie biologica, come Cataulacus silvestrii, Emery 1891 (foto 5), formica di circa 4 mm.