Gli Orti Botanici che si trovano in tante città, spesso associati ad Università, hanno un’origine lontana nel tempo. Il loro progenitore è l’Orto dei Semplici, o Hortus simplicium, luogo destinato nel Medioevo alla coltivazione ed allo studio delle piante medicinali. “Semplici” venivano chiamati, nella terminologia medievale, i principi curativi che venivano ottenuti direttamente dalla natura, mentre “Compositi” erano i farmaci ottenuti miscelando e trattando sostanze diverse. I farmaci venivano sottoposti a vari trattamenti (essiccazione, macerazione, ecc.) nel laboratorio chiamato, con termine latino, officina. Perciò le piante medicinali vengono chiamate ancora oggi “officinali”.
Il primo Orto dei Semplici dell’Università di Bologna fu costituito da Ulisse Aldrovandi nel 1568, nel cortile del Palazzo d’Accursio, e fu il quarto al mondo, dopo Pisa, Padova e Firenze, tutti fondati attorno alla metà del ‘500. L’Orto dei Semplici ora ricostituito riprende la pianta di quel primo giardino aldrovandiano.
Attualmente le piante medicinali sono impiegate in modo diverso rispetto alla prassi delle antiche officine. Sono infatti utilizzate come materia prima per l’estrazione di alcaloidi (codeina, morfina, stricnina, ecc.), di glicosidi (digitossina, strofantina, ecc.) e di altre sostanze di interesse farmaceutico, come antibiotici, lassativi, ecc. Nel nuovo Orto dei Semplici le piante sono ordinate, a scopo puramente didattico, in settori corrispondenti al loro impiego più comune.