Rispetto ad un generico microscopio, dove la luce proveniente dall’oggetto attraversa verticalmente la lente obiettivo e poi la lente oculare, dove viene posto l’occhio, nel microscopio ideato dal costruttore modenese Giovanni Battista Amici, la luce entra da un’apertura laterale viene riflessa verso l’obiettivo (sinistra) e poi inviata all’oculare per l’osservazione (destra).
Il campione da osservare viene posto sul supporto e il fascio di luce che lo illumina viene convogliato su di esso dalla lente posta in basso. All’interno del tubo ottico c’è un piccolo specchio posto a 45° che convoglia il fascio verso l’obiettivo. Tale obiettivo, essendo uno specchio ellittico, non solo funge da lente ma re-invia la luce all’oculare. Lo strumento di Amici, introdotto nel 1812, fa parte dei numerosi tentativi realizzati agli inizi dell’800 di costruire un apparecchio ingranditore che non usasse le sole lenti, visto il grado di correzione insoddisfacente delle lenti obiettivo, ma un sistema di lenti e specchi al fine di migliorare l’osservazione.